Il vampiro di Brooklyn

''Ciò che io faccio è giusto, altrimenti Dio avrebbe mandato un angelo a fermare la mia mano, come fece a suo tempo con il profeta Abramo.''
(Albert Fish)
 
 
 
Nome: Hamilton Howard Fish
 
 
Dati anagrafici: Nasce a Washington il 19 maggio 1870. Suo padre Randall, che era 43 anni più vecchio della madre, morirà quando Hamilton era appena un bambino e la madre, incapace di prendersene cura (aveva già due figli), lo mise in orfanotrofio. Qui, vessato dai continui soprusi e violenze fisiche, scoprirà il piacere del dolore fisico, arrivando perfino a provare piacere sessuale da queste violenze.
Successivamente sua madre, che nel frattempo aveva trovato un impiego, lo riprese con lei in casa, ma il destino del giovane Fish era ormai segnato.
A soli 12 anni intrecciò una relazione omosessuale con un garzone telegrafista, iniziando anche a praticare la coprofagia (l'ingestione di urine e feci). Intorno ai 20 anni si trasferisce a New York, dove inizia a prostituirsi e a violentare giovani uomini.
Nonostante un matrimonio e ben sei figli con una donna più giovane di lui Hamilton, che nel frattempo ha cambiato nome in Albert, verrà abbandonato da sua moglie, cominciando anche a manifestare evidenti segni di schizofrenia come conseguenza all'affronto subito dalla coniuge.
In seguito a questi eventi Fish comincia a girovagare per gli Stati Uniti, molestando più di 100 bambini e intrecciando relazioni omosessuali piuttosto perverse, molte delle quali con ragazzi disabili o mentalmente ritardati. Inoltre cominciò a praticare diverse parafilie piuttosto agghiaccianti, come quella di infilarsi aghi e spilli in tutto il corpo, infliggersi ferite anche piuttosto gravi e dare sfogo a masochismo, flagellazioni, pedofilia, cannibalismo e vampirismo.
 
 
Modus Operandi: Fish, che era anche un cannibale, di solito strangolava, accoltellava e dissanguava le sue giovani vittime (quasi tutti bambini sotto i sei anni). In più occasioni ammise di aver mangiato le proprie vittime ma di non aver usato violenza sessuale su di loro, come racconta in una lettera firmata indirizzata alla madre di una delle sue prede, Grace Budd, scomparsa da casa 7 anni prima.
 
 
Vittime accertate: 3-5
 
 
Soprannome: Vista l'efferratezza delle uccisioni e il grande clamore che il suo caso suscitò nell'opinione pubblica ad Albert vennero affibbiati diversi soprannomi: Il vampiro di Brooklyn, L'uomo grigio, Il maniaco della luna, Il lupo mannaro di Wysteria.
 
 
Condanna: Stanato proprio grazie alla lettera indirizzara alla sig.a Budd (la busta recava un minuscolo emblema grazie al quale la polizia riuscì a risalire al colpevole), fu condannato alla sedia elettrica dopo un processo durato appena 10 giorni.
La sentenza di colpevolezza, nella quale Fish venne giudicato sano di mente, venne eseguita nel 1936. Il feroce vampiro di Brooklyn aiutò molto volentieri il boia che gli stringeva le cinghie, ammettendo che ''la suprema scossa'' era l'unica perversione che ancora non aveva provato.
 
 
Cinema: Ne ''La casa dei 1000 corpi'', film del 2003 scritto e diretto da Rob Zombie, possiamo notare un manichino che ha le sembianze di Albert Fish, descritto dal Capitano Spaulding nel suo spettacolo sui serial killer come uno dei più feroci assassini della storia americana.