ATTENZIONE: LA SEGUENTE RECENSIONE CONTIENE SPOILER!

 

 

(1986)

 

IT

 

A Derry, cittadina immaginaria del Maine, sette ragazzini tra i quali una sola femmina, si incontrano in una soleggiata estate del 1958 e stringono amicizia. La scuola è finita e si prospettano lunghi mesi di vacanza per ognuno di loro, se non fosse per il male che si annida nelle fogne cittadine e che incombe proprio sugli infanti, un mostro dalle mille facce che spesso assume le sembianze di un clown per attirare a se le proprie vittime e che si ciba di bambini, considerandoli una vera e propria leccornia.

Dapprincipio i sette ragazzi incontrano ad uno ad uno il mostro ma stentano a confidarselo come uno sporco segreto di cui vergognarsi, cercando di ostentare una normalità che ogni bambino di quell’età agogna disperatamente, ma dopo che il terrore e le apparizioni del clown si faranno più frequenti essi si vedranno costretti ad affrontare le proprie paure, creando ‘’la banda dei Perdenti’’ e decidendo di scendere nella tana di IT per ucciderlo e liberare la città dalla sua malìa una volta per tutte.

 

 

Da molti considerato il capolavoro di King, questo romanzo ci sorprende non solo per lo stile narrativo (continui excursus tra passato e presente), ma soprattutto per la profonda caratterizzazione psicologica dei sette ragazzi che decidono di sfidare Pennywise (IT), ognuno con un proprio carattere e, quasi per ciascuno di essi, un vissuto problematico alle spalle.

Il capo dei Perdenti è Bill Denbrough, fratello maggiore del piccolo Georgie, prima vittima del mostro e causa scatenante dell’ossessione vendicatrice del ragazzo nei confronti del killer.

Bill è balbuziente, ma nonostante ciò sa raccontare storie di incredibile fantasia (diventerà uno scrittore di enorme successo), eppure sente un freddo dentro che non riesce a colmare neanche con l’immaginazione, un freddo arrivato dopo la morte di Georgie che si mescola con un forte senso di colpa per essere stato proprio lui ad averlo mandato fuori a giocare con una barchetta di carta il giorno dell’omicidio e quindi spinto involontariamente tra le fauci di IT.

Altro personaggio degno di nota è Ben Hascom, detto Covone a causa della sua enorme mole, fattore che contribuisce a renderlo estremamente simpatico agli occhi del lettore.

Ben, che fa parte del nucleo originario dei Perdenti insieme a Bill e al gracile Eddie, è un bambino solo, almeno prima di incontrare gli altri della banda. Vive con sua madre e adora costruire e leggere, ignorando persino la propria solitudine che per lui rappresenta la normalità. Conoscerà Bill nei Barren, sconfinata macchia verde sulle sponde del fiume Kenduskeag e si innamorerà perdutamente di Beverly Marsh, unica femmina del gruppo ed eccellente tiratrice con la fionda.

Gli altri componenti sono il già citato Eddie, succube di una madre possessiva e ipocondriaca, Richie, eterno burlone con il quale Bill si confiderà spesso e nel quale si nasconde un animo profondamente coraggioso nonostante la fifa iniziale, Beverly Marsh, Stan Uris e Mike Hanlon, ragazzo di colore figlio di un agricoltore del posto estremamente informato sulla città e i suoi trascorsi non proprio incoraggianti.

A fare da contorno ai già molteplici problemi dei protagonisti, King ci presenta un altro ragazzo, Henry Bowers, di qualche anno più grande dei Perdenti, un vero e proprio baby ciminale che cercherà a tutti i costi di creare un clima di terrore tra i più piccoli perseguitandoli per tutta l’estate, ignorando la ben più grave minaccia che incombe su tutti loro.

Anni dopo, nel 1985, quando ormai gli ex Perdenti sono diventati adulti e vivono in città lontane, riceveranno la chiamata di Mike Hanlon che li avvisa che ‘’IT è tornato.’’ e che bisogna tornare a combattere il Male in memoria di un patto di sangue stretto trent’anni prima.

Ma chi è davvero IT?

Parlando tra loro i Perdenti capiscono che il mostro non può certamente essere umano. Ben l’ha visto camminare sul fiume ghiacciato in pieno inverno con in mano dei palloncini colorati che ondeggiavano controvento, Eddie l’ha riconosciuto nei panni di un barbone che l’aveva aggredito nei pressi dello scalo ferroviario, per Mike era invece un enorme uccello vorace alto almeno 3 metri che l’aveva costretto a rifugiarsi in un cilindro di pietra per sfuggire al suo attacco.

Quindi come può una banda di scalcinati ragazzini fronteggiare qualcosa per la quale qualsiasi adulto perderebbe la ragione in meno di un minuto? Come combattere contro il soprannaturale quando persino gli adulti non vedono o fanno finta di non vedere?

Tra promesse mantenute ed infrante IT è un romanzo certamente sinistro, macabro, ma che una volta finito invoglia ad una seconda lettura, forse per meglio comprendere gli innumerevoli significati presenti tra le sue pagine e per rivivere ancora una volta la meravigliosa avventura dell’infanzia.

 

Foto tratte dalla miniserie televisiva IT del 1990, diretta da Tommy Lee Wallace ed interpretata, tra gli altri giovani attori, da Seth Green e da Jonathan Brandis, promettente giovane attore morto suicida nel 2003 che fu Bastian ne La Storia Infinita II.

 

 

 

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