Pupi Avati

 
 
 
Giuseppe Avati, in arte Pupi, nasce a Bologna il 3 novembre del 1938.
Inizialmente tenta la strada del jazz, suonando come clarinettista in una band, almeno finchè nella stessa non entrerà un tale di nome Lucio Dalla, che in breve tempo oscurerà con il suo enorme talento anche la figura di Avati.
Successivamente, affascinato dalla visione di 8 e mezzo di Fellini,  comincerà ad addentrarsi nel cinema, anche se nel suo caso non possiamo parlare di un regista prettamente horror ma alquanto versatile, capace di spaziare nei generi cinematografici più diversi. 
Il suo esordio alla regia avviene nel 1970 e proprio nel mondo dell'orrore, ottenendo da un misterioso benefattore i finanziamenti per girare Balsamus, l'uomo di Satana e Thomas e gli indemoniati, due filmetti di poca pretesa con cui però ottenne buoni consensi da pubblico e critica.
Altri titoli noti ai fan del terrore ricollegabili al regista sono La casa dalle finestre che ridono (1976) e Zeder (1983), pellicole che menzioneremo a parte da questo contesto proprio per l'importanza che hanno avuto e hanno tutt'ora sull'immaginario del pubblico, assetato più che mai di buon cinema ora molto più che in passato.
Negli anni '90 Avati ci riprova con L'arcano incantatore (1996), confezionando un horror dalle tinte medievali misterioso e sopraffino, in cui un giovane seminarista si lega ad un patto che lo condurrà sull'orlo della follia.
Di recente il regista è tornato al thriller made in USA con  Il nascondiglio (2007), interpretato da Laura Morante, attrice non certo avezza al cinema di genere ma comunque capace di regalarci un'ottima performance.
Sicuramente i film elencati possono essere considerati veri e propri cult dal sapore italiano di cui possiamo andare fieri, essendo Avati molto apprezzato e stimato anche all'estero per la sua eccezionale filmografia.
 
 
 
 
 
 
 
Phenomena