(2007)

 

A Davenport, negli Stati Uniti, sorge un'antica casa piuttosto isolata adibita a ricovero per anziane, gestita da alcune suore e due converse molto giovani. E' il 1957 e una bufera di neve imperversa sulla zona, ma un'altra tempesta si sta svolgendo anche tra le mura interne dell'abitazione, per fatti poco chiari che inizialmente non ci vengono spiegati del tutto.

E' chiaro che un patto scellerato sta per cambiare la vita di qualcuno, anche se la tensione vibrante che il regista è molto bravo a farci percepire ci distoglie quasi del tutto dal seguire le vicende delle due converse, due giovani donne in pena e certamente non contente della loro vita.

Questo incipit precede l'arrivo della protagonista, quasi cinquant'anni dopo, una donna italiana (Laura Morante in una performance incredibile) di cui non viene mai pronunciato il nome  (nel copione era indicata semplicemente come ''Lei'') che sta finalmente per essere dimessa dalla clinica psichiatrica in cui fu ricoverata in seguito al tragico suicidio del marito e che vuole immediatamente ricostruirsi una vita. La donna scopre di possedere la somma sufficiente per realizzare il grande sogno che lei ed il coniuge coltivavano da sempre: aprire un ristorante italiano di classe e prestigio, magari situandolo in una zona panoramica e d'effetto.

La scelta ricade proprio sulla Snakes Hall, l'antico geriotrofio già comparso all'inizio del film, disabitato da decenni e messo in affitto ad un prezzo quasi ridicolo.

Soddisfatta dell'affare e piuttosto fiduciosa verso il futuro, Lei comincia ad allestire il suo ristorante e prende alloggio nella struttura stessa, non volendosi allontanare troppo sia dal locale che dal cimitero poco distante in cui è sepolto suo marito, al quale ella si sente ancora molto legata.

Il giorno stesso del trasferimento però la donna viene a sapere dai traslocatori che la casa è stata teatro di un fatto di sangue molto grave avvenuto decenni addietro, spiegandosi quindi il motivo dell'affitto tanto basso ma anche la ragione per cui era rimasta sfitta per così tanti anni, nonostante gli evidenti pregi architettonici e la posizione di prestigio (la struttura si trova  in cima ad una collina e gode di un ottimo panorama).

Costruita da un medico che aveva fatto fortuna con il veleno dei serpenti nei primi anni del '900, Snakes Hall rende omaggio a questi sinistri animali in ogni suo angolo, in ogni suo ghirigoro, persino nelle grate del pavimento, aumentando l'insicurezza della nuova inquilina, la quale comincia anche a sentire delle voci bisbigliare nel corridoi della casa, proprio come le succedeva prima di essere ricoverata nella clinica psichiatrica.

Eppure anche lo psicologo che l'ha avuta in cura per tanti anni è convinto che Lei sia del tutto guarita, liquidando la sua telefonata in pochi minuti e con estrema noncuranza.

Effettivamente anche Lei si ritiene ormai sana di mente, insospettendosi molto quando si rende conto che le voci che sente nei corridoi della casa, in realtà, non sono molte, ma soltanto una, e sempre la stessa. 

Non potendosi permettere l'affitto di un altro locale, Lei decide quindi di scoprire da dove vengano i rumori e la vocina stridula che riecheggiano nella dimora e che, collegati alle dicerie inerenti la casa arrivate alle sue orecchie, formano un nodo piuttosto difficile da sciogliere.

Anche in questo film, come in quasi tutti i gialli che si rispettino, alcuni dei personaggi ostacoleranno le indagini della donna, che nonostante appaia fragile e turbata si rivela invece tenace e combattiva, andando a fondo nella vicenda e cercando di scoprire cosa nasconda mai quella dimora tanto lugubre. Probabilmente animata anche da uno spirito di rivalsa nei confronti del suo passato costellato di tragedie, Lei ci sorprende con la sua forza di volontà ma anche con la testardaggine di chi si ostina a voler rischiare la vita per scoprire ''la verità'', altro immancabile clichè del cinema horror.

Gli interni della casa, ricostruiti negli studi di Cinecittà, ci appaiono polverosi, malsani, insomma in perfetto stile ''casa infestata'' che tanto piace al pubblico statunitense e che ci ricordano molto l'ormai nota Villa del bambino urlante di Argento, un luogo in cui nessuno entrerebbe mai, neanche per una notte.

Tutto questo in netto contrasto con le riprese effettuate all'esterno, negli USA, dove la solita cittadina americana tranquilla e soleggiata fa da sfondo alla nostra storia e forse ci spinge a essere un pò meno fiduciosi verso il prossimo nonostante sia bella da vedere e amena per viverci. 

La Snakes Hall, sulla sua collina, domina Davenport da oltre cent'anni e negli ultimi cinquanta è rimasta disabitata e isolata dal resto del mondo, in attesa che una donna dal precario equilibrio mentale la affittasse. 

E' interessante notare questa analogia tra la casa e la protagonista priva di nome, entrambe hanno un passato feroce di cui ancora conservano i segni interiori, mentre a guardarle da fuori appaiono entrambe invitanti e, tutto sommato, innocue.

 

 

 

 

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