(1976)

 

La vicenda è ambientata in una piccola frazione campestre del ferrarese, piuttosto deserta e squallida, di cui non si conosce il nome.

Stefano (Lino Capolicchio), è un brillante restauratore che viene convocato nella suddetta frazione per riportare all'antico splendore un affresco della chiesa del luogo, ovviamente dietro compenso comprensivo di vitto e alloggio. Il giovane arriva una mattina a bordo di un piccolo traghetto che consente di attraversare la zona fluviale del luogo e trova ad accoglierlo il sindaco Solmi e il suo fedele chauffer, Coppola (Gianni Cavina).

Solmi, che soffre di acondroplasia, sembra un tipo alla mano e pieno di iniziative, deciso più che mai a rivalutare il luogo che amministra sia sotto l'aspetto culturale che ecologico, avendo assunto anche un ispettore ambientale per risanare la zona.

Giunti nei pressi della chiesa, che dall'esterno appare piuttosto malconcia, Stefano fa la conoscenza del parroco, Don Orsi (Eugene Walter), il quale gli mostra la parete sulla quale dovrà lavorare e mette fortemente in discussione sia il tema dell'affresco (il terribile martirio di San Sebastiano) sia la vita stessa del pittore, Buono Legnani, che a quanto pare morì suicida e completamente pazzo. 

Incurante delle dicerie e pieno di entusiasmo, Stefano decide di dare una prima occhiata al dipinto, constatandone il decadimento evidente e la trascuratezza decennale.

Preso alloggio presso la pensione locale, il nostro protagonista comincia a conoscere gli abitanti del piccolo paesino, scoprendo che proprio un suo ex compagno di università, Antonio, lavora per Solmi e ha fatto il suo nome per trovare un valente restauratore all'altezza dell'opera. L'uomo, appena uscito da un brutto esaurimento nervoso, chiede con ansia all'amico se ha già potuto visionare il dipinto, rammaricandosi di non aver fatto in tempo ad accompagnarlo.

Inoltre fa accenno ad una fantomatica ''storia allucinante'', di cui vuole parlargli al più presto, ma in privato e lontano da orecchie indiscrete.

Insospettito dal comportamento dell'amico, che probabilmente non si è ripreso del tutto dal momento di forte stress appena trascorso, Stefano comincia a notare comportamenti bizzarri anche negli altri abitanti del luogo, a cominciare da Lidio,  il giovane aiutante del parroco, che sembra volerlo distrarre dal lavoro con i pretesti più assurdi e di certo non ha tutte le rotelle al posto giusto.

Anche Coppola, l'autista del sindaco, sembra piuttosto agitato, fino ad una sera in trattoria  in cui, ubriaco, sembra voler svelare un segreto di cui tutti hanno paura, ma viene velocemente zittito e rimesso al suo posto da Poppi, il proprietario del ristorante, aumentando i dubbi di Stefano che però continua a lavorare al dipinto come da accordi.

Dopo un secondo incontro con Antonio però, la curiosità del protagonista prende il sopravvento, soprattutto dopo che l'amico gli parla di uno strano edificio che intende mostrargli, la ''casa dalle finestre che ridono''.

La sera stessa, mentre Stefano si trova a passare sotto le finestre di Antonio, ode un grido di dolore e lo vede precipitare oltre il parapetto del suo balcone e schiantarsi al suolo, morendo sul colpo. Con un rapido sguardo verso la finestra ancora illuminata, Stefano scorge un'ombra che si aggira nella stanza, rifiutando immediatamente l'ipotesi del suicidio.

E' da qui che comincia l'indagine di questo giovane restauratore venuto da fuori, apparentemente ben accolto nella piccola comunità ma che in realtà comincerà a diventare piuttosto scomodo agli occhi di molti, specialmente quando comincerà a scavare nel passato del pittore e della sua opera, argomenti che lo affascinano e lo spaventano al tempo stesso. 

 

CURIOSITA'

La sceneggiatura di questo film porta la firma, oltre che dei fratelli Avati, anche di Gianni Cavina e Maurizio Costanzo.

L'attore che interpreta Lidio è Pietro Brambilla, nipote di Ugo Tognazzi.

Le riprese furono effettuate in diverse località, tra le quali Comacchio, Lido degli Scacchi e Malalbergo, in provincia di Bologna.

 

 

 

 

Phenomena