John Carpenter (1982)

 

 

Il paesaggio isolato dell'Antartide ci accompagna in questo ''gelido'' incubo davvero indimenticabile, dove alcuni ricercatori americani, dopo aver assistito ad uno strano inseguimento da parte di un elicottero norvegese ai danni di un husky, cominciano a sospettare che i nord europei abbiano estratto dai ghiacci qualcosa di terribile, sepolto da chissà quanto tempo e dalla bizzarra composizione molecolare.

L'isolamento e i classici meccanismi di autodifesa prendono immediatamente il sopravvento, anche se Mac Ready (Kurt Russel), capo della spedizione, cercherà di mantenere la situazione sotto controllo, anche quando rinverrà un'astronave aliena dissotterrata dai norvegesi da un pilastro di ghiaccio risalente almeno a qualche milione di anni prima...

Carpenter, questa volta alle prese con un remake, scelse questa inquietante storia dello scrittore John W. Campbell intitolata La Cosa da un altro mondo (Who goes there?, 1938), da cui era già stato tratto l'omonimo film di Howard Hawks del 1951.

Gli anni '80 erano appena cominciati, E.T. di Steven Spielberg impazzava nei cinema mentre l'alieno di Carpenter, più celato e psicologico, terrorizzava il pubblico riuscendo ad ingannare l'occhio umano alla maniera dell'Alien di Ridley Scott, uscito solo tre anni prima; in tutto il film si respira ancora un'aria anni '70, forse per il basso contenuto di scene splatter e il costante clima di tensione che Carpenter è bravissimo a trasmetterci in quasi tutte le sequenze.

C'è da dire che la colonna sonora da una grande mano al film, il tema principale è infatti firmato da Ennio Morricone e si tratta di un martellante ritornello che assomiglia molto ad un battito cardiaco, tanto che lo spettatore potrà facilmente immedesimarsi con le spaventose vicende della storia e captarne la tensione.

Il cast, davvero ben scelto, viene un pò oscurato dalla figura di Kurt Russel, il quale spadroneggia con il suo Mac Ready come ebbe modo di fare in 1997 : Fuga da New York, nei panni di Jena Plissken; il suo modo di recitare ed il sodalizio artistico con Carpenter ne fecero uno degli attori più in voga di quel decennio.

Il tema della paranoia, dell'isolamento forzato e soprattutto la location estremamente versatile fecero del film di Carpenter il più apprezzato tra le due pellicole tratte dal lavoro di Campbell, probabilmente perchè maggiormente fedele al testo originale.

 

 

 

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