Emilio P. Miraglia (1972)

 

 

Questo è un giallo made in Italy che mi piace sempre rivedere, un pò perchè miscela alla perfezione horror e thriller (non sempre è facile delineare un confine tra queste due situazioni), un pò perchè è stato girato completamente in Germania, in uno dei luoghi più sinistri del nord europa: la Baviera.

Siamo nel giardino del prestigioso castello dei Wildenbruck, immensa tenuta provvista di parco in cui vediamo una bambina, che canticchia una strana canzoncina, giocare con la sua bambola. Non sembra esattamente la giornata ideale per giocare all'aperto, un turbinoso vento irrequieto scompiglia le fronde degli alberi ed i capelli della piccola.

Da un cespuglio poco distante arriva una seconda bambina, sua sorella, che con un pretesto le ruba il tanto amato giocattolo. Le due, che di nome fanno Ketty ed Eveline, bisticciano di continuo, detestandosi l'un l'altra ed essendo diametralmente opposte anche nell'aspetto. Mentre Ketty è bionda e nordica, sua sorella Eveline è bruna e scura di carnagione.

Ketty inoltre, si intuisce già nelle prime sequenze, è buona, dal carattere docile,  mentre l'altra sembra avere una smisurata irrequietezza che cerca disperatamente di placare, non riuscendoci.

La dispettosa Eveline corre via con la bambola di Ketty, la quale la insegue disperata per tutto il castello fin nelle stanze del nonno che, infermo su una sedia a rotelle, sta leggendo il giornale.

L'anziano tutore crede in un primo momento che le due stiano semplicemente giocando e sorride tra se, ma quando Eveline comincia a pugnalare la bambola della sorella viene colto da un violento malore e si affretta a togliere il pugnale alla mercè di Eveline, che sta per pugnalare anche sua sorella.

Chiamata a gran voce la domestica il nonno cerca di dividere le due bambine, tra le lacrime di Ketty e la ferocia di Eveline.

La bruna spiega il suo gesto di momentanea follia indicando uno dei quadri presenti in quella stanza, raffigurante due sorelle, la Dama Nera e la Dama Rossa, l'una nell'atto di pugnalare l'altra.

La leggenda, racconta il nonno, vuole che la Dama Nera, stufa delle prepotenze e dei dispetti di sua sorella la Dama Rossa, avesse deciso di vendicarsi dopo che sua sorella le aveva rubato l'uomo, uccidendola nel sonno con sette pugnalate. Ma la Dama Rossa tornò per la sua vendetta un anno dopo la sua morte, uccidendo sei innocenti e per ultima la sua carnefice, la Dama Nera.

Inoltre questo terribile evento, secondo la stessa leggenda, si ripeterebbe inesorabilmente ogni 100 anni, sempre nel castello dei Wildenbruck e sempre tra due sorelle.

Facendo i conti sembra che la maledizione della Dama Rossa toccherà proprio Eveline e Ketty una volta cresciute, ma il nonno le rassicura dicendo che sono tutte fandonie e le rimanda a giocare, non prima però di aver ordinato alla domestica di far rimuovere subito il quadro delle Dame e di gettarlo via.

Gli anni passano veloci con il loro crescente carico di responsabilità e ritroviamo Ketty (Barbara Bouchet) che è diventata una bellissima donna che lavora come fotografa per una prestigiosa casa di moda tedesca. In seguito alla morte del nonno, di cui sia lei che Eveline ormai si curano poco, decide di tornare al castello, dove l'accoglie sua cugina Franziska che da anni accudiva l'anziano nonno insieme a suo marito Herbert, tanto da essersi trasferiti nell'antico maniero ormai da mesi.

I due coniugi, che apparentemente versano in un evidente stato di shock per l'improvviso lutto, comunicano a Ketty le particolari circostanze in sui sarebbe morto il nonno, senza tralasciare il fatto agghiacciante di aver sentito una diabolica risata echeggiare nei corridoi del castello durante l'infarto di Lord WIldenbruck.

Da qui in poi vedremo una catena di efferati delitti susseguirsi senza sosta e senza logica, scoprendo anche molte cose sui protagonisti ed i loro trascorsi, ma l'angoscioso interrogativo rimane lo stesso per tutta la durata del film: dove si trova la Dama Rossa? 

Miraglia, in questo piccolo gioiellino tipicamente 70's, ci nutre con dosi piuttosto abbondanti di gotico e di soprannaturale, per poi farci ripiombare a terra quando le cose sembrano diventare troppo sinistre, senza farci abituare eccessivamente ad una realtà fantastica e leggendaria. Ottenendo un centro pieno decidendo di effettuare le riprese a Wurzburg, tetra cittadina nordica dalle atmosfere poco rassicuranti, il regista si mostra alquanto voyeurista e precipitoso, ma impeccabile sotto il punto di vista del ritmo e della fotografia.

 

CURIOSITA'

L'attore che interpreta il nonno è Rudolf Schundler, che molti ricorderanno nei panni del prof. Milius in Suspiria e del maggiordomo Karl ne L'Esorcista, mentre nel ruolo di Franziska troviamo una formidabile Marina Malfatti, già apparsa in Sette orchidee macchiate di rosso, Tutti i colori del buio ed il più celebre La notte che Eveline uscì dalla tomba.

La pellicola venne distribuita in molti paesi esteri e con i nomi più diversi. Ne riportiamo alcuni davvero bizzarri:

GB e USA: Blood feast, Feast of flash, The corpse which didn't want to die e The red queen kills seven times.

Germania: Horror house

Francia: La dame rouge tuè sept fois

 

 

 

 

 

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