M. Night Shyamalan (2004)

 

 

A Convigton, un minuscolo paesino della Pennsylvania (USA), l'esistenza scorre tranquilla e senza fronzoli. Siamo nel XIX secolo, gli abitanti sono semplici e onesti lavoratori, i figli crescono educati e rispettosi del prossimo, tra giochi da noi ormai dimenticati in un'esistenza apparentemente tranquilla.

C'è però un ostacolo alla libertà degli abitanti di Convigton: l'oscura foresta che circonda il villaggio ormai da generazioni non può essere ne esplorata ne oltrepassata, poichè le mostruose creature che la abitano non consentono il transito agli abitanti, i quali cercano di tenerle a bada con frequenti donazioni di carne offerte in sacrificio e sentinelle poste ai confini della città su alte torri di legno, di vedetta persino durante le ore notturne.

Lucius (Joaquin Phoenix), unico figlio di Alice Hunt (Sigourney Weaver), taciturno ragazzo del villaggio, cerca in tutti i modi di convincere gli anziani ad ottenere il permesso di andare in città, oltre il bosco di Convigton, convinto che le Creature Innominabili lo lasceranno passare, ma la sua richiesta viene puntualmente respinta..

Dopo Il sesto senso, che mise in risalto il talento paranormale di Bruce Willis, M. Night Shyamalan approda finalmente nel territorio della paura, già assaporata nel precedente Signs, piccola perla di fantascienza in un mare di cinepanettoni catastrofici, ma con The Village entriamo finalmente nel campo del thriller/horror e con risvolti davvero inaspettati. Il regista indiano, forse all'apice della propria carriera, ci presenta questa antica storia infantile, che forse deluderà un pò chi si era aspettato uno splatter ottocentesco in stile casa nella prateria.

I protagonisti sono Ivy e Lucius, interpretati dall'incantevole figlia del regista Ron Howard (che fu Richy in Happy Days) Bryce Dallas Howard e Joaquin Phoenix, al suo secondo lavoro con il regista indiano; questi due in particolare sembrerebbero mal assortiti, lei nella parte della non vedente ma astuta Ivy e Phoenix in quella del tenace ma sempre silenzioso ragazzo introverso, due persone che sembrerebbero non riuscire a comunicare ma che in realtà si compensano completamente. Altra coppia molto in sintonia sono i genitori dei ragazzi, interpretati da Sigourney Weaver e William Hurt, anche loro coinvolti in qualcosa di particolare che va ben oltre il semplice coinvolgimento romantico tra compaesani.

Menzione speciale per un'altra figura di spicco, quella dello scemo del villaggio interpretato da un sorprendente Adrien Brody, una vera prova da maestro per l'attore che proveniva da Il Pianista di Polanski e che da un enorme spessore al suo Noah,  che tra l'altro avrà un ruolo decisivo nello svolgersi degli eventi.

La base del film è solida, in gran parte per via del cast che, come si è detto, è strepitoso, ma tende ad annoiare se ci si aspetta che le Creature Innominabili saltino fuori con ogni pretesto o che qualcuno venga fatto a pezzi: Shyamalan riesce a giocare sapientemente la carta della paura senza viziare lo spettatore, come già ci eravamo resi conto con Signs, del quale ricalca un pò atmosfere e paesaggi, ma anche ritmo e pause.

Eppure occorrerà la sola forza più grande della paura per costringere qualcuno a varcare i confini del Villaggio, un forza che riesca a contrastare le Creature del bosco di Convigton o per lo meno, a farci correre il tanto atteso ''brivido dietro la schiena'' . A tal proposito, nel finale, c'è una doppia chiave di lettura, la direzione della storia sembrerebbe ormai certa e i suoi misteri svelati quando, in realtà, poteva esserci un clamoroso colpo di scena che avrebbe innalzato la pellicola tra le migliori del genere horror: l'unica vera pecca di questo film è proprio questa, aver voluto calcare i passi della sfera ''psicologica'' senza addentrarsi troppo nel suo lato oscuro.

 

 

 
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