(2007)

 

Per chi scrive è molto difficile recensire questo film, in quanto rappresenta un gradino molto basso nella scala di valutazione che ogni buon orrorofilo dovrebbe aver accresciuto nel corso degli anni, soprattutto quando si è sempre considerato Dario Argento come il Maestro incontrastato dell'orrore ma anche dello stile narrativo cinematografico del brivido.

Il titolo, uscito nelle sale a distanza di 27 anni dal precedente Inferno, ebbe grande aspettative da parte del pubblico, aumentando anche per questo la delusione in coloro che si aspettavano una grande conclusione per la storia delle Tre Madri.

In questo terzo e ultimo capitolo quindi, com'era ovvio, troviamo lo scontro finale con la Mater che vive a Roma, che secondo quanto appreso in Inferno dovrebbe essere la più bella delle tre sorelle.

La trama, che a volte sembra un pretesto per mostrare corpi nudi e donne in atteggiamenti piuttosto licenziosi, è la seguente: Sarah (Asia Argento) viene convocata nel museo romano in cui sta facendo tirocinio dopo il ritrovamento di un'antica urna rinvenuta nel cimitero di Viterbo; è tardi ed il museo è ormai deserto, così la donna e la sua collega Giselle (Coralina Cataldi Tassoni) decidono di scoprire cosa contenga la cassa appena recapitata senza aspettare che il direttore ne autorizzi l'apertura.

La mostruosità che ne fuoriesce però decide che le due debbano morire, infatti Giselle viene immediatamente assassinata e Sarah tenta la fuga inseguita da una scimmietta malefica uscita da non si sa bene dove, forse dal circo Togni appena giunto in città.

Fuggendo nell'immenso museo, Sarah si ritrova improvvisamente intrappolata e senza via di scampo, quando una voce familiare echeggiante nella stanza la aiuta spalancando per lei delle porte che prima risultavano bloccate dall'esterno, consentendo alla ragazza di salvarsi la vita.

La ricostruzione di Sarah però non convince del tutto il detective Manni (cognome già usato da Argento e sempre per un poliziotto ne La Sindrome di Stendhal) che decide di farla pedinare.

La protagonista, che in realtà sembra avere un ottimo feeling col direttore del museo, Micheal, si reca a casa dell'uomo dove pensa di trovare riparo e comprensione. Dopo un siparietto forzatissimo con il piccolo figlio di lui, Sarah si addormenta. Nel bel mezzo del sonno un incubo piuttosto reale la informa di tutti gli avvenimenti che stanno per accadere e a cui, pare, soltanto lei può trovare rimedio. Successivamente al rapimento del figlio di Micheal per opera di una setta che lascia messaggi scritti con sangue umano, Sarah e Micheal si metteranno alla ricerca di aiuto per risalire agli autori del gesto, anche se tutto intorno a loro sembra impazzire, in una spirale di violenza che avvolge tutta la città...

Dopo Suspiria (1977) e Inferno (1980), capolavori senza tempo riconosciuti a livello internazionale, questa Terza Madre è tutta qua: una ricerca spasmodica e contornata di sudiciume che Sarah, un'Asia Argento sempre più melanconica, si troverà ad affrontare spalleggiata da, udite udite, il fantasma di sua madre Elisa Mandi (una Daria Nicolodi al vapore ma sempre magnetica).

Forse la cosa che maggiormente infastidisce sono le innumerevoli scopiazzature da altri film che su La terza madre non risultano neanche minimamente mascherate, come ad esempio la scena in cui Sarah precipita in una vasca piena di cadaveri e larve d'insetto, chiaro riferimento a Phenomena (1985).

La sceneggiatura, piuttosto precipitosa e scarna di veri contenuti, non risulta sufficiente come riempitivo per la totale assenza di carisma da parte degli interpreti e la persistente componente erotica che dobbiamo sorbirci per quasi tutto il film, apparendo più un collage di tutto e di niente. Come se non bastasse a questi gravi difetti si aggiungono anche la presenza di errori di concordanza con gli altri due film.

Nel film troviamo anche altri richiami a Suspiria, come l'attore Udo Kier, uno dei più sfruttati nel panorama thriller/horror degli ultimi quattro decenni, ma purtroppo la sua presenza non basta a risollevare un film che fa acqua da tutte le parti, avente il solo pregio di essere entrato a forza e senza nessun onore in una delle trilogie horror più belle di sempre.

 

 

 

 

Phenomena