(1987)

 

Con un colpo di fortuna inaspettato, Betty (Cristina Marsillach), sostituta della soprano Mara Cekova al teatro dell'Opera, ottiene il ruolo di protagonista nel Macbeth di Verdi. La giovane è molto preoccupata, si dice infatti che quest'opera porti sfortuna e in più non pensa di avere le capacità per debuttare.

Sia il regista (Ian Charleson) che la sua agente Mira (Daria Nicolodi) la rassicurano sul fatto che sarà fantastica; nel frattempo qualcuno la spia dalle grate di areazione del suo stesso appartamento. 

La sera della prima Betty ha quindi il suo grande momento, rivelandosi senz'altro all'altezza di un teatro dell'Opera da grande metropoli, ma non tutto va per il verso giusto: una delle impalcature delle luci precipita dal soffitto, interrompendo lo spettacolo. Nel frattempo una delle maschere del teatro è stata brutalmente uccisa in uno dei palchi.

Dopo questo primo omicidio per Betty comincerà una spirale di violenza che la toccherà piuttosto da vicino, dal momento che un misterioso serial killer comincerà a perseguitarla in ogni modo, anche arrivando a legarla e costringerla ad assistere agli omicidi da lui perpetuati...

Opera, che nel 1987 divenne il 12° film più visto dell'anno, è senza dubbio un lavoro notevole, ambientato in un mondo che, per chi ha avuto la fortuna di lavorarci, può essere davvero spaventoso. Il teatro è infatti un ambiente lugubre, antico, ornato di tendaggi e lampadari pesanti, candelabri, corridoi lunghi e sterminati dove chiunque può nascondersi, soprattutto dopo l'orario di chiusura. L'Opera è esoterica, vi serpeggia sempre e comunque un alone di mistero.

La protagonista, che in origine avrebbe dovuto essere interpretata da Giuliana De Sio, è l'ennesima bambina cerbiatto di Argento, un'anima candida che cerca in tutti i modi di sconfiggere il male, cosa che verrà largamente spiegata nell'ultima sequenza del film. 

Oltre alla colonna sonora firmata da Claudio Simonetti (sempre all'altezza dei film di Argento) e agli abiti quasi distopici del Macbeth del regista teatrale, una particolare menzione va senza dubbio alla citazione evidentissima a Kubrick in merito al sistema adoperato dal killer per costringere Betty a tenere aperti gli occhi, sistema che ricorda molto da vicino quello di Arancia Meccanica.

Altro grande ritorno, in Opera, è quello del celeberrimo ''corridoio'' di Argento (una delle sue paure più antiche) già apparso in Profondo Rosso e Suspiria. Nel film in questione Betty vive in uno splendido appartamento arredato in stile antico, con crepuscolari rosoni in vetro e pochissima luce, un sistema di aerazione piuttosto particolare e, ovviamente, ci vive completamente sola.

 

 

 

 

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