(1985)
 
 
 
Siamo nelle austere Alpi Svizzere, in un'imprecisata località poco fuori Zurigo. Un gruppo di turisti scatta foto al paesaggio, per nulla disturbati dall'incessante vento che colpisce la zona. Una ragazza danese (Fiore Argento), forse troppo estasiata dagli splendidi luoghi, perde il pullman che avrebbe dovuto riportarla in città e decide di cercare riparo per la notte. Trova così un delizioso chalet dall'aria rassicurante e decide di entrare per chiedere ospitalità, ma nessuno sembra dare risposta alle sue invocazioni; girovagando per la casa, la ragazzina viene aggredita ed uccisa da una figura che fino a pochi minuti prima era incatenata al muro. 
Mesi dopo l'accaduto arriva dall'America Jennifer Corvino (Jennifer Connelly), adolescente e splendida figlia di un famoso attore italo-americano, la quale entra a studiare nell'istituto femminile Richard Wagner, gestito da una severa direttrice e frequentato da acide alunne.
Jennifer, la notte stessa del suo arrivo, viene colpita da una grave forma di sonnambulismo e comincia a girovagare per l'edificio. Incappa così in un omicidio, compiuto dalla stessa mano che aveva decapitato la turista danese. La giovane, terrorizzata seppur inconsapevole di ciò che ha visto, scappa e si risveglia in una radura a svariati chilometri dall'istituto, dove una piccola scimmietta la porta dal suo padrone, John Mc Gregor (Donald Pleasence, il dottor Loomis in Halloween di Carpenter), un entomologo paralitico che collabora con la polizia in seguito alla scomparsa della sua aiutante Greta (probabilmente uccisa dal mostro in questione).
Lo studioso intuisce che Jennifer ha un legame molto stretto con gli insetti, una sorta di eccezionale telepatia emersa in seguito al ripresentarsi del sonnambulismo da cui ella si riteneva guarita. I due, sfruttando gli incredibili poteri della ragazza, si mettono sulle tracce dell'assassino che a quanto risulta è un necrofilo, ovvero un conservatore di cadaveri, fino ad arrivare ad un'agghiacciante verità. 
 
 
Da molti considerato un flop, Phenomena è una pellicola per gli amanti di Dario Argento, coloro che sanno sorvolare sulle imperfezioni ed apprezzare l'atmosfera onirica di un film fiabesco. La protagonista, un'ultraterrena Jennifer Connelly, fa quasi da tramite tra il mondo umano e quello animale, mediando alla perfezione le caratteristiche senz'altro negative del primo (rappresentato dall'assassino) e quelle perfette e positive della natura (che in questo caso, per usare un termine Leopardiano, è senz'altro benigna).
Conosciuto all'estero con il nome di Creepers, è il primo film di Argento ad essere stato girato completamente in lingua inglese e a non averne risentito; i dialoghi appaiono infatti ridotti all'osso, quasi inutili e dispersivi, mentre si punta molto sia sulla bellezza della Connelly (ricordiamo che gli abiti furono firmati da Giorgio Armani) che sul silenzio della natura. Un silenzio interrotto solo dal potente Feun, vento complice della schiusura delle larve (e quindi creatore dei benefici insetti), ma anche artefice della pazzia di uno dei protagonisti principali.
Dario Argento abbandona quindi le incessanti piogge già apparse in Suspiria, dedicandosi ad un nuovo tipo di trauma scatenante d'omicidi, anche se riprenderà questa sua passione in film successivi, come ad esempio Trauma. Ricordiamo che il vento, o più propriamente l'aria, è l'unico elemento che non può essere afferrato da mano umana, non è quindi difficile accostarlo al mondo onirico, altra componente effimera ma basilare del film; la protagonista è sonnambula, la sua bellezza eterea sembra essere destinata ad una circostanza in cui bello significa anche buono, al contrario l'assassino è deforme, quindi ciò che è brutto necessariemente è anche cattivo. Sono questi messaggi impliciti che fanno di Argento, in questa situazione, un regista poco apprezzato, poichè troppo lontano dallo stile che ne aveva decretato la fama e probabilmente ancora troppo legato a Suspiria, un fac-simile del film in questione.
Certamente non si può negare che Phenomena abbia comunque il suo fascino, dato forse dalla splendida colonna sonora firmata Iron Maiden e Motorhead, ma soprattutto dal tema principale di Claudio Simonetti, che creò per l'occasione una delle sue più belle realizzazioni strumentali.
 

 

 

 

 

Phenomena