(1993)

 

 

 

''L'enigma di Aura'', così avrebbe dovuto intitolarsi questo giallo made in USA così simile al nostrano Profondo Rosso che Argento gira nel 1993 dopo Due occhi diabolici.  Aura (Asia Argento) ne è la giovane protagonista, una ragazzina di origini rumene che vive una vita molto tormentata a causa della sua forte anoressia nervosa ed un ambientino familiare niente male, in cui la madre Adriana (una superba Piper Laurie), esperta sensitiva e medium, svolge sedute spiritiche in pieno soggiorno comunicando con il suo spirito guida, Nicolas.

Proprio durante una di queste pratiche medianiche Adriana si mette in contatto con Nicolas mentre fuori imperversa uno spaventoso temporale, rivelando ai presenti che tra di loro c'è un assassino, lo stesso che terrorizza la città proprio nei giorni di pioggia. La sensitiva, spaventata ed isterica, fugge all'esterno della casa inseguita da suo marito e dalla stessa Aura, che per questo assiste alla decapitazione dei suoi genitori da parte del killer, il quale si copre il volto con le teste dei due coniugi per non farsi riconoscere dalla traumatizzata Aura, dileguandosi tra la boscaglia.

La ragazza, ormai orfana, decide di fuggire di casa per non dover tornare nella clinica di cura del dottor Judd, molto amico della madre ma non proprio ortodosso nei metodi di cura, così contatta David (Cristopher Ryder), un giovane che l'aveva salvata dal suicidio e che comincia ad aiutarla in tutti i modi, innamorandosene.

Di certo il rapporto tra i due non è facile, anche David ha un passato piuttosto turbolento, eppure si mette sulle tracce dell'assassino insieme a lei e cerca anche di donarle quella serenità che la sua malattia sembra aver intaccato profondamente.

 
 

 

Bisogna ammettere che questo film non rientra di certo tra i capolavori di Argento per originalità o inventiva, molte delle scene e delle idee che compongono la struttura del film sono viste e riviste soprattutto per chi conosce bene il suo cinema, eppure nel decennio di produzione del film sembra spiccare tra tutti gli altri sovrastando titoli quali La sindrome di Stendhal o Il fantasma dell'opera (tra l'altro entrambi interpretati da sua figlia Asia).

Il messaggio che c'è dietro al film, questo è ciò che questa pellicola ha di speciale, la tenace volontà di raccontare un mondo d'ombra, quello dell'anoressia, esploso proprio negli anni 80-90 e che ha portato alla tomba migliaia di persone, soprattutto giovani donne e ragazzine.

La musica ed il tema principale, firmati da Pino Donaggio, ci immergono in queste atmosfere sognanti, surreali, tipicamente adolescenziali ma che stavolta racchiudono anche molta malinconia e tristezza, facendoci immergere nel clima di terrore di Aura, prospettiva ambivalente di fronte agli omicidi e alla stessa malattia della ragazza. ''Ruby rain'', tema d'amore del film, prende stavolta il posto delle tipiche scenette comiche per stemperare la tensione che Argento è solito introdurre nei suoi film, descrivendo a meraviglia questo duplice aspetto della vicenda: l'amore e l'omicidio, la speranza confrontata alla paura.

Nei titoli di coda vediamo danzare una ragazza avvolta da un velo, è Anna Ceroli, sorellastra di Asia Argento e figlia di Daria Nicolodi.

 

 

 

 

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