(1970)

 

Crudele, visionario primo film del regista Dario Argento, girato quasi interamente a Roma anche se Torino era stata la prima scelta dell'autore della sceneggiatura, ossia lo stesso Argento.

La trama è la seguente: Sam Dalmas, interpretato da Tony Musante, è un giovane scrittore americano di belle speranze che decide di recarsi in Italia, a Roma, ed accettare di scrivere un libro per un ornitologo che ha bisogno di catalogare i propri animali.

Casualmente, una notte, Sam si trova a passare davanti ad un museo oltre l'orario di apertura, quando assiste ad una colluttazione tra una donna ed una figura nascosta nell'ombra che la pugnala gravemente e fugge da un'uscita secondaria. Sam, che è rimasto intrappolato tra le porte di vetro del museo, riesce, gesticolando, ad avvisare un'auto della polizia e salvare quindi la donna che giace in terra ferita.

Il commissario Morosini (Enrico Maria Salerno) dubita inizialmente dello stesso Sam e gli ritira il passaporto per impedirgli di lasciare il paese, anche se Dalmas rivela di aver visto, durante l'aggressione, un particolare molto importante per identificare l'aggressore, che la donna aggredita dice di non saper riconoscere.

Altro personaggio degno di nota è il pittore Berto Consalvi (Mario Adorf), pazzo irrascibile che contribuirà alla soluzione del giallo attraverso un quadro piuttosto inquietante e melodrammatico, un naif. 

La tela, che raffigura una brutale violenza, diventerà una sorta di punto di partenza per Sam, il quale sembra stranamente affascinato dall'intera vicenda tanto da coinvolgere anche la sua compagna che invece vorrebbe fuggire e tornare in America, al sicuro.

Accolto freddamente nelle prime settimane di programmazione nelle sale, conquistò presto il 13° posto nella classifica dei film più visti nei cinema del 1970, facendosi comunque conoscere anche se il regista era un esordiente totale in ambito cinematografico.

Il protagonista principale, un giovane Tony Musante, non andò molto d'accordo con Argento fin dalle prime riprese del film per via del suo carattere difficile e delle incomprensioni artistiche che spesso si presentano sul set. 

Le musiche, affidate ad Ennio Morricone, appaiono surreali ed intense, forse una delle migliori colonne sonore che il compositore abbia ideato per un film di Argento, tra l'altro l'aspetto sonoro è parte integrante del film in questione ed il senso più stimolato è proprio l'udito.

La pellicola, inizialmente un lavoro commissionato da Bernardo Bertolucci, arrivò nei cinema italiani dopo che la SEDA spettacoli, fondata dal regista Dario Argento e suo padre Salvatore, ebbe visto la luce, permettendo a Dario di sviluppare il suo soggetto senza alcuna interferenza o limitazione.

Innumerevoli le curiosità di questo film che Argento divulga nella sua recente autobiografia, Paura (Einaudi, 2014), molto probabilmente ogni regista resta indissolubilmente legato al suo primo lavoro, ed in questo nemmeno lui fa eccezione, ricordando la pellicola con enorme affetto e con dovizia di particolari.

La storia originale è tratta da un romanzo di Frederic Brown, ''La statua che urla'', punto di partenza per la sceneggiatura richiesta da Bertolucci.

 

 

 

 

 

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